L’appello della LIM al Comune di Milano

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Che anno sarà per le librerie milanesi? Queste immagini ritraggono la storia di una libreria indipendente milanese di quartiere che è in procinto di chiudere alla fine di febbraio. Una libreria che era una comunità per quel territorio. Si chiama, ancora per pochi giorni, Cortecciae un’altra libreria chiuderà il mese successivo: la Libreria Tiritera.

FORUM ECONOMIA URBANA 2024

Nei giorni del Forum Economia Urbana 2024 organizzato dal Comune di Milano, l’Associazione delle Librerie Indipendenti di Milano chiede un confronto alle istituzioni locali affinché si riconosca alle librerie la qualifica di realtà culturali diffuse su tutto il territorio cittadino. La LIM chiede al Comune di Milano un confronto per lavorare insieme per il riconoscimento del bilancio sociale delle librerie della città e per la creazione di strumenti compensativi di fronte ai tagli alla cultura del governo.

INDIPENDENZA, IMPRESA, CULTURA

Nell’Associazione delle Librerie Indipendenti di Milano é molto vivace il dibattito su cosa significhi l’insieme di queste parole: indipendenza, impresa, cultura. Le librerie LIM sono indipendenti nelle innumerevoli sfumature con cui ciascuno può interpretare il termine: indipendenti da grandi gruppi o franchising, indipendenti dalle mode del momento, indipendenti dalle logiche del consumo che riducono i libri a una merce come le altre, evitando così una progressiva convergenza verso un modello culturale unico che non valorizzi, invece, quello che definiamo bibliodiversità. Le librerie LIM sono imprese consapevoli di dover vivere in un mercato sempre più competitivo e in un mondo sempre più iniquo.
Facciamo cultura: vendendo libri, ovviamente, ma a monte elaboriamo una proposta, operiamo una selezione di contenuti che è il fulcro del lavoro librario e culturale.
I librai sono animatori culturali, organizzano incontri, presentazioni di libri, letture, laboratori, mostre e tanto altro. Promuovono collaborazioni con le biblioteche, le scuole e i centri culturali presenti nel loro quartiere. In gran numero partecipano attivamente alle manifestazioni editoriali (e non) che si svolgono in città. Queste attività fanno parte sia del loro lavoro sia del loro bilancio, perché portano in qualche modo clienti, producendo introiti che possono essere grandi, ma anche modesti.

UN LAVORO SOCIALE E CULTURALE

C’é una parte del lavoro delle librerie indipendenti, però, completamente nascosta e senza profitti. Si tratta del lavoro sociale e culturale che quotidianamente i librai fanno tutto l’anno. Aprendo librerie dove le indagini di mercato lo sconsigliano, dove non ci sono nemmeno cinema, teatri o luoghi di aggregazione, le librerie LIM fanno comunità; le loro vetrine accese sono luci in strade buie.
Facciamo incontrare le persone, miglioriamo il quartiere e contribuiamo alla tenuta del tessuto sociale. Purtroppo, questo impegno non compare nei bilanci ordinari delle nostre imprese, non è previsto.
Questo 2024 è cominciato malissimo, con la chiusura di due librerie associate: Tiritera e Corteccia. Se questo può capitare a qualunque impresa, nel caso di una libreria di qualità che chiude le istituzioni dovrebbero chiedersi: E noi cosa ci perdiamo?
Ci piacerebbe che si potesse quantificare la perdita per cittadini e lettori di fronte alla chiusura di una libreria, per far emergere tutta la ricchezza che produciamo, anche quella intangibile.

I TAGLI ALLA CULTURA

L’anno potrebbe continuare a peggiorare, visti i tagli apportati nella legge finanziaria che riguardano direttamente le librerie. Senza il fondo conosciuto come Decreto Franceschini, infatti, le librerie perdono l’entrata derivante dalle forniture alle biblioteche di zona. Inoltre, è prevista una riduzione del finanziamento della Tax Credit e viene abolita la 18app, sostituita da due carte non equiparabili, perché valide solo per un numero ristretto di diciottenni. Di contro, l’aumento delle spese e degli affitti, almeno a Milano, non conosce tregua.

L’APPELLO DELLA LIM AL COMUNE DI MILANO

Ecco, quindi, l’appello della LIM al Comune di Milano:

Per tutti questi motivi, chiediamo al Comune di Milano di aprire un confronto diretto, per cercare di finanziare un fondo che possa garantire la continuità delle forniture alle biblioteche comunali senza i soldi del Ministero, anche attraverso la ricerca di importi equivalenti presso altri enti, fondazioni o sponsor.
Chiediamo al Comune di Milano di poter lavorare a un modello di bilancio sociale che riconosca le librerie di qualità sul modello del Marchio delle librerie di qualità francese, maldestramente imitato anche in Italia, dove ci si è limitati a un mero elenco in un albo, senza neppure proporre un simbolo identificativo o un logo.
Chiediamo il riconoscimento per queste librerie di agevolazioni fiscali per TARI e imposta sulla pubblicità, oltre alla semplificazione della SCIA e dell’occupazione di suolo pubblico in occasione di piccoli eventi culturali.
Chiediamo al Comune di Milano di continuare a proporre spazi commerciali ad affitti calmierati a nuovi librai in cerca di un negozio dove aprire la propria attività. Ricordiamo che nei prossimi mesi sarà in scadenza il contratto di locazione per alcune librerie che avevano goduto di un bando speciale per locali MM 11 anni fa. Auspichiamo che queste librerie possano continuare la loro attività attraverso il mantenimento nel nuovo bando delle caratteristiche di priorità che erano inserite nel vecchio.
Chiediamo al Comune di Milano di aprire un confronto affinché dalle difficoltà attuali possa nascere un laboratorio per le piccole imprese culturali, sperando anche che possa accendersi un dibattito pubblico su quanto fanno (o non fanno) le istituzioni in questo paese per la cultura.

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