Profumo di spezie in sala lilla. Mi perdo in quell’odore di cannella di quando l’amica di Heidelberg della nonna veniva a trovarci ed io percepivo da sotto il tavolo il linguaggio segreto degli adulti, assorbendo il colore morbido dei loro corpi. Vedo alla distanza il tavolo da lavoro di mio padre, sento la sua voce calda di cantastorie, mi perdo nella sua presenza, recupero l’intensa tenerezza delle sue carezze. Osservo da lontano i sogni di mia madre, la sua intelligente adattabilità, il suo generoso donarsi. Rivivo in un vento la sua ultima corsa verso l’eternità, così simile a quei suoi centro metri volati a Firenze nei Campionati di Atletica del ’40. Rifletto così sulla mia appartenenza a questo luogo, che mi è radice, ma anche forza e sorprendente entusiasmo. Dalla stanza, che oggi è spazio di artigianato e di libri per ragazzi, mi giunge quella risata tipica dell’Emilia, la mia nonna di Baggio, comunemente chiamata la Nidasio. Lei, insieme alle sue sorelle (l’Angelina, la Carmela e la Luigia), hanno ereditato quella che agli inizio del secolo era la merceria della Santina, la mia bisnonna.
Emilia, fu Santina Nidasio (sorella di Guido, penultimo sindaco di Baggio) e fu Nidasio Carlo, di lavoro guardiano sotto il comune, appassionato lettore del Guerino Meschino e grande incantatore di bambini con storie di lupi rivoltati e squartati. Emilia che sposò Vittorio De Vecchi, tornitore per la ditta Fontana, ma anche magico suonatore di oboe nell’orchestra Bellini di Baggio e convinto socialista. Vittorio fu Oberto, padrone dell’osteria allo stesso civico 20, e fu Galimberti Maria. Emilia e Vittorio fecero trasloco con casa e bottega il 22 ottobre 1916 e nella notte del 23 nacque mio padre Oberto. La merceria prendeva il posto di una farmacia, che a sua volta era succeduta ad una macelleria.
Nel febbraio 1999 un mio vecchio sogno diviene argomento di conversazione. Siamo ad Aicurzio, in casa di mio fratello e qui intorno al suo creativo tavolo con ceramiche di Vietri, sento la mia vena salernitana emergere, mi convinco di poter rischiare, di poter investire la seconda parte della mia vita nei libri, insieme a Luisa e al mio gruppo familiare. Tutto il resto, dal 26 settembre 1999, è storia già raccontata e vissuta… e di essa, voi amici, ne siete linfa vitale.
Tiziana De Vecchi
Stralcio di articolo tratto dal primo numero del giornalino “La Merceria”, curato dal Circolo Culturale La Merceria , costituitosi nel 2005.